Primo playtest


Ciao. 
Leggi questo post dopo aver letto il testo del gioco, altrimenti non ci capirai niente.

Ti ho avvisato!

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Avevo avuto questa idea, di verità che possono essere sovrascritte da altri giocatori, e ho deciso di imbastirla ispirandomi fortemente a In this world di Ben Robbins. 
Ho pensato a Demiurghi che costruiscono un mondo e cercano di esplorarlo attraverso un Campione a cui sono connessi. Mi piaceva giocare con l'ascolto, alternando fasi in cui è fondamentale essere concordi e fasi in cui si può affermare qualcosa in maniera indipendente a fasi in cui si desidera avere il controllo e fasi in cui è piacevole lasciarlo andare. 
Ho immaginato queste Verità del mondo, che vengono enunciate dai giocatori e possono essere sovrascritte da un altro Demiurgo ogni volta si ricorre a un Deus Ex Machina per ottenere ciò che si vuole in scena. Avevo abbozzato anche i Comandamenti, dei "punti deboli", delle forzature necessarie per connettere il Demiurgo con il proprio avatar nel mondo. Man mano che si racimolavano fallimenti, i Comandamenti aumentavano fino a diventare troppo ingombranti e a decretare la fine della partita.

Ci ho lavorato un po' di notte e mi sono trovato con un ammasso di parole a cui però non riuscivo più a dare un senso. Avevo l'impressione che mi scappassero di mano come una saponetta. 

Ho quindi deciso di provare il gioco, anche se era in forma embrionale, così da uscire fuori dai "confini della mia testa".
A giocare con me c'erano Roberto, Carmelo e Nic. La versione che abbiamo usato era molto simile a questo testo, ma cambiava in alcuni punti che ho deciso di eliminare.

Abbiamo indugiato molto nella prima parte del gioco, quella di Creazione (worldbuilding), che è durata circa 1h e 20 (anche di più se consideriamo i Campioni).
Questa prima parte, seppur un po' lenta (al netto dell'orario tardo e della spiegazione del regolamento), è stata molto piacevole. Ci siamo stupiti di ciò che abbiamo tirato fuori.
Abbiamo avuto qualche difficoltà con i Comandamenti (ogni Demiurgo doveva scriverne uno già a inizio partita, da rispettare a ogni scena) e ho deciso di bypassare la Morale (ogni Demiurgo doveva scegliere una propria condotta) perché mi sembrava un dettaglio superfluo.

Nella seconda parte, quella dedicata alla Vita, 3 su 4 Demiurghi hanno ottenuto successo e hanno deciso di guadagnare un dado Favore affidando il racconto dell'esito positivo della Prova alla Crisi. Il 4° Demiurgo ha fallito e ha deciso di ricorrere a un Deus Ex Machina, rinunciando a una sua Verità.

Dopo questa partita ho deciso di togliere i Comandamenti e la Morale, pensando potessero gravare troppo a livello cognitivo e annodare troppo il gioco.
Ho inserito la possibilità per i Demiurghi di "comprare" una nuova Verità con un dado Favore (ma questa cosa va capita davvero bene) e ho deciso di dare una durata (in termini di scene) prestabilita alla partita.
Ho aggiunto i Fatti: ogni Demiurgo annota cosa è successo in scena, così da tenerne traccia, soprattutto in vista di sessioni future.

Mi rimangono dubbi sull'economia del gioco (dadi Favore, Tratti, Verità, ecc.) e sulla distribuzione delle probabilità per ottenere un Successo (per ottenere almeno un Successo: circa il 72% con 7 dadi), ma mi spaccherò la testa ancora e ancora, fino a trovare una quadra.

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Attraverso la fase di brainstorming e quella successiva, di Verità, abbiamo delineato un mondo abitato da umanoidi uccelloidi, in eterno conflitto con dei gatti ferali e giganti, con i quali è vietato stringere rapporti. Il Popolo dei volatili è dominato da balene volanti senzienti a cui non ci si può ribellare e creature lucertoloidi amministrano il culto vigente. Non esiste altra forma scritta se non quella telepatica, mediante la quale la cultura e le tradizioni si tramandano di generazione in generazione (si scrivono le parole in aria e queste vengono assorbite tali quali sono nella mente del ricevente). Gli uccelli sono una società poliamorosa e matriarcale; inoltre sono nomadi e questo continuo spostarsi è dovuto a un misterioso passato legato alla figura ancora più mitica del Vessatore.

Mara la civetta ha provato a comunicare con un gattone, ma è stata scoperta da una sentinella. Il gatto ha reagito male e nella concitazione del momento, Mara ha tolto la vita all'altro uccello.
Arturo il gallo si è indirizzato con un amico (John il tacchino) a un santuario del culto lucertoloide per portare delle offerte. Lungo il pendio che porta al santuario, i due hanno trovato un rettile con le effigi del Vessatore a sbarrare la strada. Il rettile si  rivelato un infido pitone che è riuscito ad appropriarsi dell'obolo, ma i due l'hanno scampata scappando a valle.
Marcello il fringuello ha provato ad avvicinarsi a Clara l'anatra, durante un banchetto. Bruno l'aquila, compagno di Clara, è scoppiato in un moto di violenta gelosia, acciuffando i due con le sue zampe artigliate. Clara e Marcello sono rimasti stupiti, non abituati a queste reazioni, ma paradossalmente la furia di Bruno li ha avvicinati.


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